da TGCOM:
La Fiat conosceva il sistema Moggi
Occhi su parco macchine gestito da dg
Potrebbe essere il ricco parco macchine messo a disposizione di Luciano Moggi il tassello decisivo nelle mani dei pm di Napoli per "condannare" la giu***tus. Dalle intercettazioni effettuate, i magistrati ipotizzano che il cosiddetto "codice Moggi" fosse più che noto e tacitamente approvato all'interno del gruppo Fiat. Al centro del filone di indagine telefonate del dg bianconero a Lapo Elkann e a un concessionario Fiat.
Al centro delle indagini, il cui filone è considerato importante per il valore economico in gioco e per la responsabilità della giu***tus nello scandalo delle intercettazioni e delle partite 'aggiustate', ci sono due telefonate tra Moggi e Lapo Elkann per chiedere lo sblocco della decisione Fiat di non concedere sconti privilegiati di una certa consistenza sulle auto da acquistare. La deroga sul blocco sconti avviene il 3 dicembre 2004: da quel giorno Moggi può distribuire auto scontate a personaggi utili in qualche modo alla giu***tus. Viene concesso uno sconto maggiore (pare del 30% rispetto all'abituale 23) a Pierluigi Pairetto, uno dei due designatori arbitrali: Pairetto chiede di arrivare al 40% ma non viene accontentato. Quello sconto autorizzato da Lapo e dall'amministratore delegato Sergio Marchionne viene concesso da Moggi al maggiore della Guardia di Finanza Gino Picarazzi, a Fabio Baldas, ex arbitro e moviolista del Processo di Biscardi e per ben due volte al tecnico della Nazionale italiana Marcello Lippi che chiama direttamente Moggi per avere le auto che servono ai suoi figli Davide e Stefania.
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